Expo_nendo Unimol. Tratturo e territori: le vie del cibo - 21 gennaio, ore 15.00 presentazione ciclo eventi con Claudia Sorlini

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icona Relazione Claudia Sorlini

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Mercoledì 21 gennaio prossimo, alle ore 15.00,presso l’Aula 160 posti “Franco Modigliani” al terzo piano del Dipartimento di Economia – II Edificio Polifunzionale Via De Sanctis Campobasso – alla presenza delle Autorità accademiche e istituzionali,(Saluto del Presidente Frattura) si terrà la giornata di presentazione delle ciclo di eventi ed iniziative curate ed organizzate dalla Commissione Unimol per Expo 2015. Ospite d’eccezione dell’incontro Claudia Sorlini, Presidente del Comitato scientifico Comune di Milano per Expo 2015. (8 marzo: Sorlini, onorificenza Quirinale a donne che si mettono in gioco)

Il progetto architettonico dell’Expo 2015 riproponendo l’antica struttura urbanistica delle città romane si sviluppa su un reticolo ortogonale i cui assi principali sono costituiti dal Cardo e dal Decumano.

A tali elementi si ispira la redazione della proposta progettuale dell’Università degli Studi del Molise, che ha preso a simbolo la realtà del territorio di Sepino, un sito dalle forti valenze insediative e territoriali e strettamente connesso alla matrice territoriale della Regione basata sul sistema dei tratturi, il cosiddetto sistema delle “vie verdi”.

Il tratturo rappresenta una tradizione antica, che collega al passato e consente di comprendere la vera essenza del Molise, Regione dalle antiche tradizioni ancora ben conservate e poco conosciute.

Il sistema tratturale, inoltre, ha per secoli consentito lo scambio delle produzioni alimentari tra i territori sede dei suoi percorsi. In questo senso, il tratturo rappresenta idealmente, pertanto, anche una via di comunicazione e collegamento tra i popoli. Tale esigenza di scambio e contatto tra individui e popoli è alla base delle Esposizioni universali, nell’ambito delle quali sono trattati temi generali che interessano il futuro dell’intera umanità.

In particolare, Expo Milano 2015 propone il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, invitando a una riflessione sulla necessità del riconoscimento effettivo del diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti.

Nell’impianto progettuale dell’Expo 2015 si fa esplicitamente richiamo all’idea di coesione, intesa come “forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza”. Anche in questo caso si è ravvisata una forza di compenetrazione negli intenti, poiché il sistema tratturale ha per secoli consentito lo scambio delle produzioni alimentari con i territori sede dei suoi percorsi.

Il tratturo, quindi, come “elemento della diffusione e del dialogo” costituisce la linea guida del progetto che si propone: Tratturo e territori. Le vie del cibo.

Il progetto parte dalla considerazione che il tratturo è elemento unificante ed è espressione della capacità di utilizzare il territorio: inizialmente legato alle attività della pastorizia transumante e successivamente alla sua alternata sostituzione con le coltivazioni, ha da sempre definito i rapporti della produzione agraria.

Storicamente, infatti, il tratturo subisce un’alternanza tra la destinazione a pascolo e la destinazione a coltivazione. Questa è la principale caratteristica del sistema tratturale nonché la condizione che ha determinato nel tempo la maggiore permanenza del percorso, in funzione della prevalenza dell’interesse per il pascolo, o la sua cancellazione, quando era maggiore l’interesse per le coltivazioni.

Il Molise, pertanto, risulta essere il cuore del fenomeno della transumanza, poiché è ancora oggi una regione interamente attraversata da tali percorsi che sostanzialmente vedevano il cammino in inverno degli allevatori che si trasferivano dalla montagna abruzzese e molisana verso i pascoli a clima più temperato della pianura della Puglia, mentre nel corso dell’estate essi ripercorrevano il cammino per raggiungere i luoghi della montagna più alta. Nelle regioni meridionali italiane si è creata una fitta rete di interconnessioni; si è cioè costituita un’unica regione, denominata Regione dei Tratturi, formata da Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata, che viene a descrivere l’Appennino centro-meridionale come punto naturale di contatto tra gli insediamenti del Tirreno, dell’Adriatico e dello Jonio. All’attività agricola gli abitanti di questa regione si dedicarono fin dall’epoca pre-romana e grazie ad essa si avvantaggiarono nell’economia rispetto agli abitanti delle altre regioni ricadenti nelle zone paludose della pianura, che però essi frequentavano in quei periodi dell’anno in cui lo richiedeva il freddo clima delle montagne.

Tra queste regioni si è pertanto creato un forte sodalizio che ha fatto sì che esse abbiano sempre vissuto in simbiosi, e che ancora oggi costituiscano una forte unità dal punto di vista dell’analisi territoriale.

Non solo, quindi, l’assetto produttivo, ma anche quello insediativo urbano e rurale viene stabilito dalla presenza di questi tratturi. Mentre cioè, in altre regioni limitrofe al Molise, come la Puglia, il tracciato del tratturo rimane in aperto conflitto con le esigenze produttive del territorio, sia agrarie in generale sia cerealicole in particolare, il Molise ha già da secoli la sua economia basata sui “locati”, ovvero sui proprietari di pecore che dovevano far compiere questi percorsi alle proprie greggi.

Il Molise, dunque, presenta una propria “distintività” territoriale anche rispetto alle altre regioni della transumanza. Attualmente la rete tratturale è ancora ben individuabile soprattutto nel Molise Centrale e nell’Alto Molise, dove sono ancora leggibili diversi tratti. In tali situazioni si rende necessario un intervento mirato, che abbia come obiettivo non la pura “reintegra” di un tratto o di più tratti, ma lo sviluppo di un territorio che individui nel tratturo, per l’appunto, l’elemento unificante.

Soprattutto nella situazione della regione Molise sono estremamente carenti le informazioni relative alla effettiva consistenza della rete, ovvero alla possibilità di leggere ancora sul territorio i percorsi, che in alcuni casi sono divenuti parti edificate all’interno dei centri insediativi, in altri sono stati assorbiti dalle coltivazioni, in altri ancora occupati da edifici abusivi, attraverso un uso improprio del meccanismo delle temporanee concessioni e dei relativi rinnovi.

In Molise, infatti, è il sistema insediativo ad adattarsi alla connotazione territoriale della rete. Generalmente sul territorio nazionale la presenza dei municipi romani ha determinato anche la sistemazione del territorio rurale attraverso la centuriatio; qui la matrice dei centri insediativi è inversa ovvero anche per i siti romani è stato più forte la persistenza della rete tratturale. Emblematico l’esempio di Sepino, in cui persino gli assi ortogonali del cardo e del decumano si sono adattati al percorso dei tratturi (infatti non sono tra loro realmente ortogonali). Si è, però, voluto prendere questo esempio di insediamento romano quale riferimento all’impostazione iconografica dell’Expo 2015.

In questo panorama si inserisce il Progetto che mira a mettere a fuoco le vie del cibo in Molise con le sue Produzioni, le sue Trasformazioni e le sue Diffusioni.

Le iniziative, proposte in tale ambito, sono collegate agli obiettivi principali dell’Expo 2015, in particolare: la qualità e la sicurezza del cibo e dell’acqua; lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente; la cooperazione internazionale allo sviluppo al fine di assicurare a tutti il godimento effettivo di un diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente; l’innovazione scientifica e tecnologica per la filiera alimentare; la promozione di scelte informate da parte dei produttori e dei consumatori; la valorizzazione delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali e etnici. Partendo da tali linee, sono state individuate alcune specifiche proposte progettuali, che mirano a promuovere un dibattito e/o contribuire alla realizzazione degli obiettivi suddetti e il cui fil rouge è rappresentato dall’elemento del tratturo.