Guida alle antichità di Saepinum 4 maggio 2016, ore 16.00 Biblioteca d’Ateneo, Sala Fermi

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Presentazione della Guida alle antichità di Saepinum, di Gianfranco De Benedittis, prima pubblicazione di una nuova collana «Echi del Sannio», volta a favorire, attraverso una innovativa cifra espositiva, la conoscenza del patrimonio archeologico della regione.
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In questi ultimi anni la ricerca sul Sannio antico ha fatto notevoli passi avanti. Di tali profonde novità Saepinum è parte essenziale. Quanto rinvenuto sotto gli strati della città romana offre una significativa testimonianza della vitalità architettonica ed economica delle città sannitiche, e nel contempo si propone come importante documento di come i Romani siano riusciti, anche se con interventi drastici, a trasformare le popolazioni sannitiche in alacri sostenitori dell’Impero Romano.
Qui la liberalitas dell’imperatore Augusto impose un deciso rinnovamento urbanistico per trasformare la profonda ostilità delle popolazioni sannitiche in una definitiva accettazione della romanizzazione.
Qui si assiste anche alla rinascita del Sannio nel IV sec. d.C.; a Saepinum  la potente famiglia dei Neratii riuscì a fare di Saepinum il capoluogo della Provincia Samnii.
Qui il collasso della cultura romana trova la sua più chiara testimonianza con la trasformazione di Saepinum in un avamposto dell’avanzata saracena nella Longhibardia meridionale.
La Guida alle antichità di Saepinum, offre anche un’attenta ricerca di nuovi modelli espositivi e comunicativi: prendendo spunto dalla lezione del grande Umberto Eco, la guida cerca di avvicinare anche il pubblico giovane, con un linguaggio semplice e immagini di qualità, ai risultati conseguiti in questi ultimi anni dalla ricerca storica e archeologica.
La presentazione, a cura del Centro di Cultura dell’Università, e coordinata dal Direttore del Centro, Prof.ssa Ilaria Zilli,  vuole anche essere occasione per far incontrare i maggiori attori della valorizzazione di questa importate area archeologica del Molise, componente di primo piano del  patrimonio culturale della nostra Regione.